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Share: Dr. F. A. Popp: “Le persone in salute emettono fotoni coerenti” Posted on 29 marzo 2016 by ununiverso Fritz Albert Popp sta rivoluzionando la fisica, la biologia e la medicina ma nessuno ne parla, eppure è più di 40 anni che le sue scoperte sono accessibili e le sue conferenze in tutto il mondo ne sono la prova. La sua carriera universitaria è stata rapida e brillante, e dalla fisica teorica è passato alla fisica delle radiazioni, quindi alla biofisica, ottenendo ben presto una cattedra di radiologia all’università di Marburg. Studiando l’effetto delle radiazioni sui sistemi viventi, il professor Popp si è imbattuto in alcune proprietà molto interessanti dei composti chimici cancerogeni: tali composti infatti agiscono da “rimescolatori di frequenze” in un range molto preciso, quello dei 380 nanometri. Blog di ununiverso Un mondo migliore t Lo specchio del pensiero h Crea sito

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Dr. F. A. Popp: “Le persone in

salute emettono fotoni

coerenti”

Posted on 29 marzo 2016 by ununiverso

Fritz Albert Popp sta rivoluzionando la fisica, la biologia e la medicina manessuno ne parla, eppure è più di 40 anni che le sue scoperte sonoaccessibili e le sue conferenze in tutto il mondo ne sono la prova. La suacarriera universitaria è stata rapida e brillante, e dalla fisica teorica èpassato alla fisica delle radiazioni, quindi alla biofisica, ottenendo benpresto una cattedra di radiologia all’università di Marburg.

Studiando l’effetto delle radiazioni sui sistemi viventi, il professor Popp siè imbattuto in alcune proprietà molto interessanti dei composti chimicicancerogeni: tali composti infatti agiscono da “rimescolatori di frequenze”in un range molto preciso, quello dei 380 nanometri.

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Fece il test su 37 sostanze chimiche diverse, alcune causanti cancro,altre no. Il risultato è stato sempre lo stesso: i composti che eranocancerogeni prendevano la luce UV, la assorbivano e cambiavano lafrequenza.

Indagando sulla particolare radiazione luminosa con lunghezza d’onda di380 nanometri scoprì che essa è associata al fenomeno della foto­riparazione. Se se si inonda una cellula di luce UV al punto che il 99%della cellula, incluso il suo DNA, viene distrutto, è possibile riparare ildanno interamente e in un solo giorno, semplicemente illuminando lacellula con la stessa lunghezza d’onda ad una intensità molto più debole.C’è di più: questa riparazione è molto più efficace e veloce se si usa laluce a 380 nanometri.

Ecco allora l’intuizione: le sostanze cancerogene sono quelle cheassorbono la frequenza dei 380 nanometri e la cambiano impedendo cosìla riparazione cellulare!

Queste sue prime scoperte lo portarono ad avere fama e notorietà, ed apartecipare ad un congresso internazionale ove espose la suaconvinzione che la spiegazione più ovvia di quanto da lui scoperto fosseche i sistemi viventi emettessero della luce a determinate frequenze eche i composti cancerogeni (in quanto rimescolatori di frequenze) nebloccassero la trasmissione … e che proseguendo l’indagine su quellastrada si potesse arrivare a scoprire una cura naturale per il cancrobasata sull’utilizzo di particolari frequenze elettromagnetiche.

A questo punto però si trovò di fronte alla sfida di dimostrare talesupposizione, ovvero di provare che vi fosse luce nei corpi degli esseriviventi, e che tali organismi emettessero realmente della luce (lucepropria e non riflessa ovviamente).Per fortuna Popp entrò in contatto con un dottorando, Bernhard Ruth, checostruì un apposito strumento (basato su di un fotomoltiplicatore)permettendo a Popp di dimostrare senza ombra di dubbio che i vegetali,anche se cresciuti e tenuti all’oscurità, emettono dei fotoni, ovvero delleparticelle di luce. Era il 1976, ed erano stati finalmente scoperti i bio­fotoni.

Siamo nel 2016: quanti di noi sanno dell’esistenza di tale tipo diradiazione? Pochi, pochissimi, quasi nessuno? Forse perché si tratta diun tipo di conoscenza che non deve essere diffusa? Ben sappiamo comevengono osteggiati i medici che scoprono rimedi naturali contro il cancroe le altre malattie, malattie che fanno incassare alle case farmaceutichemigliaia di miliardi di fatturato nel mondo!

Ed infatti la fama, la notorietà, e la carriera di Fritz Albert Popp stavano

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per affrontare un blocco improvviso, perché qualcuno molto in alto benpresto decise che i suoi studi non dovevano più proseguire né avereampia diffusione. Quando infatti proseguì nelle sue ricerche e pubblicò glistrabilianti risultati ottenuti iniziò a subire l’ostilità dell’ambienteaccademico, e gli studenti che volevano studiare con lui i biofotonivenivano ostacolati. Alla scadenza del contratto l’università decise di nonrinnovarlo e due gironi prima di tale scadenza i funzionari dell’universitàfecero irruzione nel suo laboratorio per sequestrare la sua strumentazione(ufficialmente denigravano i risultati ottenuti con tali strumenti, ma poicercarono di accaparraseli). Per fortuna restarono a mani vuote perchèPopp, avvertito in tempo del blitz, aveva nascosto i suoi preziosistrumenti. Da notare che l’università si rifiutò persino di pagare a Poppuna cifra di 40.000 marchi (circa 25.000 euro) che gli spettava di diritto, eche il professore ottenne solo dopo avere intentato una causa civile.

Ma cosa aveva scoperto di tanto incredibile e di così fastidioso FritzAlbert Popp? Aveva scoperto che l’emissione di biofotoni mostrava unacaratteristica altamente inattesa, ovvero quella della coerenza (fotoni chevibrano in sintonia, in concordanza di fase e con la stessa frequenza).Tale coerenza è un fenomeno che si manifesta artificialmente nei lasered era incredibile poterla osservare come risultato di un processobiologico. E andando avanti scoprì che le molecole all’interno delle cellulerispondono a determinate frequenze, che le radiazioni bio­fotoniche sonocollegate allo stato di malattia o di salute di un organismo, che essevengano utilizzate dalle cellule di un organismo vivente per una sorta diefficientissima comunicazione elettromagnetica inter­cellulare, chevengono anche scambiate tra organismi della stessa specie (dai batterialle pulci d’acqua), che la molecola vivente che più di ogni altra èdeputata alla ricezione ed alla trasmissione dei bio­fotoni è il DNA.

Tutte queste scoperte messe assieme distruggevano l’intero costruttoassiomatico della biologia ortodossa fondato sul primato del DNA edaprivano la strada alla nuovo biologia fondata sulla genetica ondulatoria esull’epigenetica.La scoperta dei bio­fotoni permetteva di spiegare tramite quale mezzoavvenissero queste comunicazioni e sincronizzazioni fra cellule di unostesso organismo, ma anche tra colonie o branchi di esseri della stessaspecie, anche se restava da comprendere dove fosse scritto ilprogramma di costruzione di un organismo, dato che al momentonessuno studioso del DNA ha trovato in esso nessuna informazionecodificata che corrisponda al piano di sviluppo di un essere pluricellulare(e nemmeno monocellulare).Un’ipotesi rivoluzionaria è quella del biologo R. Sheldrake che considerache tali programmi vengano depositati e poi letti nei cosiddetti campimorfici che potrebbero da un punto di vista puramente fisico, esserecontenuti nelle vibrazioni del Campo di Punto Zero, ovvero in una

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struttura vibratoria del vuoto quantistico. Lo stesso Popp del restopensava che l’emissione dei bio­fotoni interagisse col Campo di PuntoZero.

Dal punto di vista della salute le scoperte di Popp sui bio­fotonipermettevano di giustificare l’efficacia dell’omeopatia, informazioneenergetica memorizzata nei farmaci omeopatici sotto forma vibrazionalee quindi trasmessa al corpo, ed apriva la strada ad importanti applicazionicurative.

Ora, che tipo di luce è presente in chi è malato? Popp fece delle prove suuna serie di pazienti malati di cancro. In ognuno dei casi, questi pazientiavevano perso i loro ritmi periodici naturali e la loro coerenza. Avevaperso il loro collegamento con il mondo: in effetti la loro luce stavasvanendo. Gli organismi in buona salute emettono bio­fotoni moltocoerenti e gli organismi in cattiva salute emettono fotoni meno coerenti.

Con la sclerosi multipla, però, si nota l’esatto opposto. La sclerosimultipla è uno stato di troppo ordine. I pazienti con questa malattiaintroducono troppa luce, inibendo così l’abilità delle loro cellule a fare illoro lavoro. Troppa armonia cooperativa impedisce fessibilità edindividualità: come nel caso di troppi soldati che marciano allineatimentre attraversano un ponte, provocando la sua caduta.

Forte di tali scoperte Popp riuscì a guarire una donna, malata terminale dicancro, utilizzando dell’estratto di vischio. Il rimedio fu scoperto testandodiversi estratti vegetali su un campione di tessuto malato della donna enotando che il vischio tendeva a ripristinare lo stato di coerenza dei bio­fotoni.

Oggi sappiamo che l’uomo, in sostanza, è un essere di luce. E lascienza moderna di fotobiologia sta attualmente dimostrando questo. Intermini di guarigione, le implicazioni sono immense. Ora sappiamo, peresempio, che i quanti di luce sono in grado di avviare, o arrestare,reazioni a cascata nelle cellule, e che un danno cellulare genetico puòessere virtualmente riparato, in poche ore, da deboli fasci di luce. Siamoancora sulla soglia di comprendere appieno il complesso rapporto tra laluce e la vita, ma ora possiamo dire con forza, che la funzione di tutto ilnostro metabolismo dipende da luce ~ Dr. Fritz Albert Popp

Tutto questo si sta applicando oggi nei centri di ricerca più avanzati. Neè la prova il Prof. Piergiorgio Spaggiari, medico e fisico di Milano, che inItalia ne è pioniere. Invito a leggere il suo libro Medicina Quantistica – Lamedicina attraverso la fisica dei quanti.

Fonte: dionidream

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